Cenni critici

Afrodite Oikonomidou (2019)

Moving people

Curatrice della mostra "Moving People" (2019)

Questo progetto pittorico di Elio Pastore nasce a fine 2017 e si sviluppa intorno al motivo principale della perdita di personalità del singolo individuo nel vortice frenetico della quotidianità. Le figure e i volti, dipinti con tratti veloci e spesso abbozzati senza connotati precisi, creano un racconto che rispecchia la condizione umana nelle nostre megalopoli. L’occhio attento e sensibile di Pastore elabora situazioni tipiche della nostra vita di ogni giorno e restituisce con enfasi personaggi quasi ridotti a un’entità eterea, che può essere percepita nello stesso tempo come frivola o inquietante. I dipinti diventano così una sorta di narrazione utopica nella quale la presenza umana, preda dei movimenti di massa sempre più indistinti e dispersivi, si perde sino a diventare assenza. Solo saltuariamente si coglie, qua e là, qualche individualità che sopravvive a fatica come un segno di residua speranza. Ma in fondo, l’elemento predominante nelle opere esposte è la presa di coscienza dell’artista che, attraverso colori forti elaborati con maestria, ci trasmette il suo pensiero critico, i suoi dubbi, le sue aspettative da un mondo che cambia inarrestabilmente.

Andrea Speziali (2019)

Catalogo "Sguardi"

Testo critico pubblicato sul catalogo "Sguardi. Il Novecento rivisitato nel segno di Elio Pastore", Capire edizioni, 2019


Elio Stefano Pastore: un percorso sul filo dell'illusione

Di Elio Stefano Pastore molti critici hanno scritto, in più occasioni, ponendo l’accento su specifici aspetti della sua arte.
Ma, soprattutto, di volta in volta evidenziandone il variegato percorso: fotografia, grafica, elaborazioni elettroniche e infine arte tradizionale. Soffermandosi, poi, a rimarcare il suo carattere di valente artista poliedrico, gli aspetti di singolarità della sua arte così come testimoniati da cambiamenti di medium e di approcci che, almeno all’apparenza, marcavano forti discontinuità e repentini cambi di percorso.
L’occasione offerta dalle opere presenti in questa mostra milanese consente, invece, di proporre una chiave di lettura diversa, non certo l’unica e onnicomprensiva, ma che sembra preferibile seguire.
Non solo perché dà conto dell’unitarietà e unità di Pastore sia come uomo che come artista, rendendo merito a un sofferto e lungo processo di crescita e maturazione interiore.
Ma soprattutto perché si pone l’obiettivo di andare alle radici del motore creativo che l’ha spinto in tante direzioni, apparentemente diverse, per individuarne l’essenza ultima.
Non si vuole con questo sottovalutare la rilevanza di un’ampia gamma di considerazioni che sono state puntualmente svolte e che sono anzi assolutamente condivisibili, dalla capacità di Pastore di farsi innovatore sia nei linguaggi che nei materiali, alle doti nel rendere l’osservatore partecipe dell’opera, alla coerenza fra rappresentazione e mezzo di comunicazione. Ma tutte queste rischiano di ridursi a mere notazioni sulla “superficie” del lavoro artistico se non si coglie con quale parte dell’intimo delle cose l’opera di Pastore ci mette in contatto.
Ebbene, pur nell’apparente diversità e discontinuità di percorso, c’è un fil rouge nettissimo che ci relaziona con l’illusorietà e la transitorietà del vivere.
Se passiamo in rassegna le opere di Pastore, pur nell’apparente discontinuità, tutte sono testimonianza e riflessione di una poetica dell’illusione che, nel corso degli anni, è venuta maturando e articolandosi in declinazioni diverse.
Illusione ottica. Illusione percettiva. Illusione temporale. Illusione all’interno della quale Pastore ci trascina con strumenti diversi.
A volte ricreando mondi onirici.
Altre volte consentendo all’occhio di perdersi e, quindi, alla mente di vagare libera.
Altre volte ancora facendoci catturare dal malinconico sguardo di una Signora dei primi del ‘900 che sembra volerci sussurrare un segreto e ci fa desiderare di avvicinarci per cogliere meglio le sue parole.
Perché se lo sguardo ci cattura, l’illusione di avere colmato la distanza spazio tempo ci fa entrare in una dimensione a se stante. E l’apparente semplicità e quotidianità delle situazioni rappresentate ce le fa sentire subito affini.
Amiche, madri, sorelle di grazia assoluta, che evocano gli splendori del Liberty e in quel preciso istante parlano solo a noi.
In questo dialogo percettivo che Pastore riesce a tessere con l’osservatore sta racchiusa l’essenza della sua opera.

Marilina Di Cataldo (2018)

Curatrice delle mostre "Moving People" (aprile 2018)
Le presenze umane che Elio Stefano Pastore dipinge in queste opere sono colte in situazioni quotidiane, mentre si muovono in normali spazi urbani. Bacon sosteneva che, se metti in un quadro più di una persona, crei un racconto anche se non lo vuoi. E le figure di Pastore, in effetti, stanno insieme creando un racconto. Ma quale storia narrano? Sono storie di persone che si spostano, che vanno da qualche parte, che ritornano, che si cercano o che si lasciano, e chissà che altro ancora. Queste opere (realizzate con dipinti digitali e tecniche miste) sono create con tratti veloci e pennellate rapide e i personaggi sono abbozzati, spesso non finiti, con i visi non precisati, con i loro mondi e i loro pensieri taciuti, fermati in luoghi indistinti, ma restituiti con enfasi. Sono narrazioni eterogenee di percorsi dinamici, costruttivi, in cui le forme indefinite fanno sì che tutto sia importante e non importante allo stesso tempo, che gli elementi e i colori si mescolino cosicchè tutte le informazioni, quelle essenziali ma anche quelle non necessarie e superflue abbiano una loro dignità, che spetta all’osservatore individuare e fare proprie.

Paola Simona Tesio (2017)

Curatrice della mostra "Sguardi dal Novecento" pubblicato sulla rivista 'Art&Art" (gennaio 2017)

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Guido Folco (2009)

Testo critico pubblicato sulla rivista mensile 'Italia Arte" (dicembre 2009)
L'artista sperimenta i nuovi strumenti dell'arte con la consapevolezza di creare inevitabilmente un linguaggio nuovo, quindi assolutamente libero da schemi preconcetti e da correnti del passato o del presente. L'arte di Elio pastore è quindi espressività del futuro perché realizzata a colpi di pixel e non di pennello, grazie alla computer grafica e all'utilizzo di nuove metodologie di stampa su supporti inusuali.
Il merito maggiore di Pastore, oltre all'abilità tecnica e alla fantasia, è l'aver trovato una coerenza profonda tra rappresentazione e mezzo di comunicazione, riuscendo a valicare i confini del noto per addentrarsi, moderno Ulisse, in terre ancora sconosciute. I soggetti delle sue opere risentono di tale impostazione mentale e creativa, vagando libere in uno spazio indefinito che assume la valenza di metafora della conoscenza dell'uomo e dell'uomo contemporaneo alla ricerca di se stesso.
"Spirito di bellezza", "Fuga dalle tenebre", "La danza delle comete", alcuni titoli delle sue ultime opere, fanno parte di un immaginario collettivo fra universi fantasy, illusionismo magico, idealismo estetico e raccontano il desiderio di purezza e di armonia cosmica, così necessario all'umanità di oggi. Pastore dialoga con una e tante nuove realtà, rese possibili dalla tecnologia e, quindi, dall'intelligenza e dalla scienza dell'uomo. In questa terza dimensione dell'arte e del pensiero l'artista trova lo spirito che mosse gli antichi a indagare nuove formule dell'espressione, aprendo una finestra su mondi inesplorati.

Marilina Di Cataldo (2014)

Locandina della mostra

Curatrice della mostra "Percezioni sospese" (Avigliana - febbraio 2014)
Arte figurativa, neofigurativa, frattale. Una buona parte dell'opera artistica di Elio Pastore si può suddividere in queste tre “categorie”. Arte figurativa: opere in cui il soggetto rappresenta qualcosa di reale. Neofigurativa: opere in cui esiste qualche dato reale, che viene inserito in una dimensione completamente astratta e spesso surreale ed onirica. Arte frattale: il reale è sottintenso dal frattale, una figura geometrica in cui un motivo identico si ripete su scala continuamente ridotta fino all'infinito e il resto è immaginazione, alchimia, poesia. Tre categorie il cui denominatore comune è l'uso di un computer. Qualche volta con inserzioni pittoriche: pennelli veri che vanno ad innestarsi in un'immagine creata su uno schermo. 

Il computer è, dunque, per Elio Pastore un mezzo come un altro per fare arte, come l'olio e l'acquarello sulla tela o lo scalpello sul marmo, perché l'artista ha dentro di sé quello che vuole creare e il mezzo per arrivarci è, in ultima analisi, secondario. Tutti noi, ciascuno alla propria maniera, apprezziamo la bellezza e che questa arrivi attraverso una matita, una sgorbia o un tasto, poco importa. Ciò che importa è che le arti risultino un efficace strumento di osservazione anche della contemporaneità, e che con questa contemporaneità l'artista si cimenti e si rapporti in modo da creare inattese prospettive sulla visione del mondo. Questo fa, con le sue opere, Elio Pastore: induce a considerare istintivamente “belle” forme ripetitive, fantasiose architetture naturali, immaginari mondi senza tempo, senza bisogno di ulteriori chiarimenti e specificazioni. E questo, in fondo, è il compito dell'arte. 

Anna Soricaro (2008)

Locandina della mostra

Curatrice della mostra "Cosmogonìe digitali" (Barletta, maggio 2008) 
Muovendosi in una direzione artisticamente nuova, aspirando ad analizzare i fenomeni percettivi, Elio Pastore individua una scienza dell'arte singolare e geniale.
La geometria e la fisica sono i termini di valutazione ricorrenti che divengono elementi di un linguaggio universale che si trova alla base di ogni opera d'arte, linguaggio che diviene nuovo strumento artistico, ma anche atteggiamento di vita: l'alternanza di colori che oscillano dal rosso, giallo, verde al bianco e nero rimanda alla 'scacchiera della vita' intrisa di alti e bassi, gioia e dolore. Le immagini sono vere e proprie illusioni ottiche e serbano un esclusivo processo di percezione che rende l'osservatore partecipe dell'opera attraverso la reazione/interpretazione davanti ad essa.
Un linguaggio, pertanto, nuovo, pulito, scientifico. L'innovazione apportata da Pastore sta anche nei materiali: il computer e l'alluminio sono rispettivamente il mezzo e uno dei supporti, senza abbandonare la 'vecchia' tela e la 'consueta' intrusione pittorica; pertanto, in un iter nuovo nell'approccio con l'osservatore, l'idea è il volano dell'artisticità.

"Opere allargate" definirei quelle di Pastore, perché la definizione di ogni lavoro viene ultimata e determinata dalla percezione di chi guarda e solo così la forma si definisce.
Il digitale è impiegato attraverso i frattali, la modellazione, il rendering 3D, la pittura digitale, tecniche a volte sovrapposte, senza mai partire da una immagine fotografica, tutto realizzato e sviluppato al computer. Le incisioni laser apportano una elevata riforma nell'arte poiché sono incisioni per punti piccolissimi, inferiori agli stessi pixel, di una lastra di metallo nera che consente di ottenere un effetto monocromatico eccezionale. 
Reinventando la grafica moderna Elio Pastore si distingue nel binomio tecnica - qualità, poiché introduce rinnovamento nella formulazione artistica ed eleva l'opera d'arte ad un pregiato oggetto morbido nelle sfumature del grigio e luminoso nei toni chiari. Mi pare di correre indietro con la memoria a riprendere le antiche puntesecche dalla cui incisione scaturivano barbe che rendevano la grafica dell'ottocento morbida, elegante e raffinata, senza eguali: partendo dalla soluzione grafica trascorsa, Elio Pastore compie un'ascesa smisurata, altamente evolutiva nell'unicità che ogni incisione laser detiene. 
Non esiste puro decorativismo nell'arte dell'artista piemontese; universalità, adeguamento con i tempi piuttosto. Spesso si cerca di individuare la genialità artistica nelle tradizionali opere d'arte e nell'unicità che esse dovrebbero detenere, mi permetto di smitizzare ciò scoprendo che l'arte in questione è 'un'arte in cammino', come lo studio degli scienziati. Analizzando l'origine dell'universo attraverso linee ondulate che si susseguono e si intersecano, l'artista crea un movimento all'interno dei suoi quadri che chiamerei 'filler', perché al colore base si aggiungono sempre nuovi elementi in un gioco, che è poi l'origine del mondo, che potrebbe essere infinito. 

L'arte è sempre figlia dei suoi tempi e a seconda di chi vive e racconta il suo tempo si crea una storia diversa, sensibilizzata e rara. La sperimentazione del computer in campo artistico inizia sul finire degli anni Sessanta trovando posto nella computer grafica, ma alla grande evoluzione si assiste nel Novecento, con la diffusione di programmi che hanno emesso i mixed media, la contaminazione tra pittura, fotografia, cinema, video. 

Ritengo fermamente che Elio Pastore abbia determinato un ulteriore passo avanti nel ventunesimo secolo introducendo un'arte dinamica e atipica, proprio perché non estrapolata da nessun contesto ed eseguita secondo l'idea posta direttamente al computer identificando un movimento musicale e matematico insieme, sviluppando un flusso ritmico che comprende anche il tempo. 

Artitalia - Guida all'investimento artistico (2009)

Copertina Guida all'investimento artistico Artitalia 2009
Scheda di presentazione dell'Artista (2009)

La ricerca di Elio Pastore parte dalla fotografia, per approdare alle potenzialità espressive della digital art. E' un'arte caleidoscopica, che trova la sua originalità nella creazione di universi mentali, della coscienza. Tramite astrazione e virtualità, mira a trovare un'unione tra realtà e idealità, trasportando il fruitore nel suo universo emozionale.
La pittura digitale diventa il medium privilegiato per dare supporto alle regole del caos, cui è sottoposta l'esistenza. Come un moderno simbolista, analizza i fenomeni percettivi, in un clima visionario che trae linfa vitale dagli antichi miti e dal fantasy, attualizzando l'arte del passato con le nuove tecnologie, plasmando nuove realtà dimensionali. Arte come galassia di forme in continua metamorfosi, finestra su mondi indecifrabili, visione di connessioni cellulari; concepita per testimoniare la correlazione fra l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande.

Guardare i lavori pluridimensionali di Pastore è un esercizio di percezione dei volumi, un'esplorazione di nuovi confini spazio-temporali, dove l'essere è fuso nella materia. I colori cangianti, che fendono la superficie pittorica, la modellazione digitale delle forme, avvolgono ipnoticamente il fruitore, mettendolo in relazione con un luogo di contemplazione. Un altrove veicolo di quella esperienza estetica ed estatica, che conduce alla percezione dell'esistenza attraverso i sensi.

Elisa Bergamino (2005)

Testo critico (novembre 2005) 
Elio Pastore dialoga con le nuove tecnologie per creare universi mentali. Lo fa con l'esperienza e il gusto di chi ha da sempre frequentato l'arte tradizionale, per poi intraprendere un cammino personalissimo e audace.
L'arte 'virtuale' che nasce dallo schermo di un computer, con la manipolazione di programmi e immagini, altro non è che l'espressione contemporanea, probabilmente futura, della nuova artigianalità del pittore.
Ci si può chiedere se in tale contesto creativo il soggetto, il contenuto dell'opera non venga completamente o in gran parte soppiantato dallo strumento e dal suo utilizzo. Effettivamente, il costruire artificialmente un'immagine attraverso la tastiera, il mouse e il pc può portare l'autore a risultati inattesi, a intravedere più nel processo di formazione dell'immagine che nell'idea che ne sta alla base il fulcro della sua attività. E' una forma di elaborazione del contenuto che quasi sostituisce il soggetto stesso.
In Elio Pastore, però, la digital art è anche strumento per definire l'originalità del proprio universo fantastico, per raccontare favole che nascondono, dietro alla facciata della storia, simboli e metafore, insegnamenti e valori universali. Come in un racconto, in una parabola, dal particolare si definisce l'universale e viceversa: questa è anche la struttura dell'arte cosiddetta 'frattale', sempre diversa nella struttura, unica e irripetibile, seppur infinitamente reiterata come nella moltitudine dei fiocchi di neve, dell'ammasso cosmico delle galassie, della formazione e dissoluzione casuale delle nuvole.
C'è un po' di Pop Art, in questo utilizzo dell'immagine moltiplicata, ma l'arte di Pastore va ovviamente al di là del concetto di denuncia consumistica su cui si fondavano l'opera e il pensiero di Andy Warhol, per raggiungere e definire un nuovo metro estetico e stilistico in cui le forme, i colori, le linee che definiscono lo spazio si susseguono, ripetono, rincorrono in vortici immaginifici e caleidoscopici.

Pur mantenendo in nuce, in ogni sua opera, un che di figurativo, un rimando alla realtà, l'aspetto più maturo della personalità di Pastore è la contaminazione fra generi, una sorta di globalizzazione creativa dove l'unicità si sposa all'universalità. Dalla fotografia, alla pittura tradizionale, dal disegno all'arte virtuale, dalle elaborazioni elettroniche alle sperimentazioni tradizionali, Pastore ha saputo trovare un punto di equilibrio su cui far ruotare i suoi pensieri, dando origine a mondi surreali e onirici, ma anche perfettamente reali perché scaturiti da un autentico amore per l'arte e per il bello.
"L'unico modo per fare esperienze che non è possibile fare concretamente è attraverso l'arte e la letteratura", diceva Aleksandr Solzenitsyn, e forse è proprio tale speranza, tale illusione a spingere gli artisti a confrontarsi con le 'alterità' dell'esistenza.

Antonio Lo Campo (2007)

Locandina della mostra

Curatore della mostra "Etere - Quintessenza nell'arte" (2007)
Elio Pastore è un tipico esempio di artista con visione moderna. E nelle sue opere spiccano, tra gli altri, i frattali, quelle spettacolari forme che possono apparire come una realtà artistica, ma che invece derivano da scienza pura e matematica.
Pastore ha un eccellente percorso artistico, che lo ha portato ad esporre in alcune tra le migliori gallerie a livello regionale e nazionale. (...) Le sue opere sono una carica di emozioni, colori ed intensità che per una volta mettono d'amore e d'accordo, senza discussioni, arte e tecnologia.

Roberto Roda (2007)

Copertina del volume 'Eredità del simbolismo'

Commento all'opera "Remembering Patagonia", dal catalogo della mostra "Eredità del simbolismo - Mitologie, etnografie, esoterismi" (GAM Cento, maggio 2007), Editoriale Sometti, Mantova 2007
Cosa succede se Lara Croft, eroina dei videogiochi che deve le sue procaci forme alla grafica tridimensionale digitale, viene chiamata ad interpretare le dee della montagna, le figlie dei ghiacci e delle nevi immaginate dai Simbolisti? Cosa succede se Lara si spoglia delle sue tutine, abbandona le sue rivoltelle e si sostituisce alla Terra dormiente immaginata agli inizi del Novecento da Evelyn de Morgan (1855-1919) o alle Foschìe delle montagne rese in procaci forme verso il 1912 da Herbert Draper (1864-1920), oppure si assiede fra le nevi d'alta quota come la protagonista di un celebre dipinto di Edward Robert Hughes (1849-1914)? Questo deve aver pensato il piemontese Elio Stefano Pastore, fotografo-pittore digitale aduso a riconsiderare l'arte del passato attraverso il computer.
In tranquilla contemplazione di un gelido paesaggio patagonico, la sedicente Lara si lascia a sua volta contemplare e concupire dai nostri occhi moderni.
Se siamo alla ricerca di una prova che il Simbolismo e più in generale l'arte fantastica dell'Ottocento ha alimentato i sogni dell'attuale illustrazione pulp e fantasy, Pastore ce la fornisce. Davanti agli occhi della nuda fanciulla tranquillamente seduta sul ghiaccio, non scivolano solo i ricordi simbolisti, ma anche quelli di tanti maestri dell'illustrazione anglosassone e americana capaci di far sognare esotiche avventure a intere generazioni di lettori del Novecento, proprio rifacendosi alla lezione del simbolismo liberty: da Maxfield Parrish ad Alex Raymond, da Frank Frazetta a Barry Windsor-Smith.

Micaela Savant Aleina (2006)

Locandina della mostra

Curatrice della mostra "Il fuoco di Prometeo" (Lanzo Torinese, luglio 2006)
L'arte di Elio Pastore scaturisce da un'insoddisfazione, dall'esigenza di avvicinare la realtà visiva ad una realtà ideale. E' lo scarto evidente e marcato che si avverte tra ideale e reale, a spingerlo ad esplorare tecniche di realizzazione in cui l'ausilio del computer è indispensabile. 
I soggetti trattati sconfinano nell'arte classica, nella ricerca spirituale, nel travaglio esistenziale e si rivestono di una luce nuova, rielaborata, una luce che l'artista trae dalla sua tormentata ricerca di tecniche e di soluzioni. Ad un occhio esterno quella luce assomiglia ad un bagliore e produce l'effetto di sollecitare domande e risposte, le quali trovano una sede solo nell'intimità della natura e dell'uomo. 

Fabrizio Legger (2013)

Da "Il Monviso" (febbraio 2013)
Sono intriganti e coinvolgenti le belle opere di Elio Pastore, che riesce a ritrarre la bellezza femminile infondendole grazia e sensualità, sempre con un tocco di raffinatezza, anche quando si tratta di nudi. Le immagini femminili di Pastore sono seducenti, interpretano i mille volti della femminilità e della poliedrica donna di oggi.

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